“Qualsiasi oggetto di design non è neutrale. C’è un rapporto anche con chi ne gode, e bisogna tenerne conto”.
Queste le parole di Charlotte Perriand, conosciuta come il braccio destro di Le Corbusier, figura chiave nella definizione del design contemporaneo. Charlotte ha affrontato il tema con decisione, mettendo al centro la figura umana come cuore pulsante del progetto, di design e di architettura.
Abbiamo intervistato l’architetto Giustina Nappa, che dalla sua bella Procida trasporta gusto mediterraneo ed efficienza tutta al femminile nei suoi progetti.
In che modo è importante l’interazione da donna nel progetto?
“E’ donna ogni progetto, poichè credo che sin dall’antichità siamo state nutrici delle mura domestiche, con il nostro senso di ospitalità. Per questo credo che progettando da donna faccio rivivere sogni e realizzo concretamente le necessità della committenza”.
Dalla casalinga alla manager, la donna e la casa, un ruolo mutato nel tempo, quanto ha influito nell’architettura?
“I tempi cambiano, eppure la figura femminile resta il fulcro della casa, colei che ha seminato i germogli delle future progettiste. Professionalità quali architetto, ingegnere, e quanto altro collegato, sono progredite proprio grazie al sogno femminile di avere un rapporto con gli spazi e gli oggetti di cui fruiscono nell’accogliere figli, parenti, amici. Nei secoli scorsi come nei tempi moderni, le necessità di una donna divengono il timone della maggioranza dei progetti”.
La creatività è donna, ambizione e coraggio, trasgredire le regole e indicare nuove strade: ti ritrovi in questa visione?
“Proprio per il ruolo che rivesto, l’essere architetto al femminile spesso mi spinge a ragionare oltre le funzioni del progetto, inserendo gusto estetico ed efficienza, razionalità e praticità, per creare ambienti in ambito residenziale e commerciale che rispondano a tutte le esigenze, non solo femminili”.
Giustina Nappa Architetto
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